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Come funziona l’ecobonus per lavori e ristrutturazione case nel 2024 ufficialmente prolungato

Per i lavori iniziati nel 2024, in teoria, sarà ancora possibile usufruire dell’agevolazione dell’ecobonus a una condizione.

La pianificazione della distribuzione dei bonus per il 2024 è influenzata dalla disponibilità di risorse allocate nella legislazione di bilancio. In merito alla fiscalità, si prevede di estendere il periodo di tassazione delle plusvalenze derivanti dalla vendita di immobili ristrutturati con l’applicazione del bonus da 5 a 10 anni. Ma vediamo come funziona l’ecobonus per lavori e ristrutturazione case ufficialmente prolungato per il 2024:

  • Come cambia l’ecobonus 2024 per lavori e ristrutturazione case
  • Come funzionano gli altri incentivi per l’edilizia

Come cambia l’ecobonus 2024 per lavori e ristrutturazione case

Confermata l’estensione dell’Ecobonus casa fino al 2024, l’incentivo finalizzato a coprire le spese relative all’efficientamento energetico degli edifici. Nello specifico, l’Ecobonus prevede una detrazione che varia dal 50% al 65% per gli interventi di efficientamento energetico che non rientrano nella categoria del Superbonus.

Questa agevolazione comprende diversi interventi, tra cui l’installazione di nuove serrande o zanzariere, come descritto nei dettagli relativi ai bonus tende da sole, bonus fotovoltaico e bonus zanzariere. Sono previste detrazioni anche per la posa di infissi e per l’acquisto di caldaie.

L’ecobonus è accessibile a tutti i contribuenti, compresi i titolari di reddito di impresa, che risultino proprietari di un immobile oggetto di interventi finalizzati al risparmio energetico.

La detrazione si applica sia sull’Irpef che sull’Ires e, per i titolari di reddito d’impresa, è valida esclusivamente per i fabbricati strumentali utilizzati nell’esercizio dell’attività imprenditoriale.

In dettaglio, i contribuenti che possono beneficiare della detrazione fiscale sono:

  • coloro che percepiscono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali);
  • associazioni tra professionisti;
  • enti pubblici e privati non svolgenti attività commerciale;
  • persone fisiche, comprese le seguenti categorie: titolari di diritto reale sull’immobile, condomini per gli interventi sulle parti comuni, inquilini, coloro che detengono un immobile in comodato, familiari o conviventi che supportano le relative spese.

La detrazione fiscale è concessa solo per interventi di riqualificazione energetica effettuati su unità immobiliari ed edifici residenziali preesistenti.

Non sono ammissibili in detrazione le spese sostenute durante la costruzione di un nuovo immobile.

Come funzionano gli altri incentivi per l’edilizia

Gli altri incentivi legati al settore edilizio, quali il bonus ristrutturazioni, il bonus verde e il bonus per le barriere architettoniche, hanno già garantito finanziamenti per almeno un altro anno e, quindi, proseguiranno senza interruzioni. Il bonus Iva per le abitazioni a basso impatto ambientale è stato eliminato. Introdotto nell’ultima manovra finanziaria, la detrazione dell’Irpef del 50% sull’Iva per l’acquisto di abitazioni di classe energetica A e B non è stata rifinanziata, pertanto, dopo soli un anno, nel 2024 verrà abrogato.

La manovra finanziaria non modifica l’agevolazione relativa alla detrazione del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati all’arredamento di un’unità immobiliare in fase di ristrutturazione. Secondo le attuali disposizioni normative, la spesa massima ammissibile a partire dal prossimo anno sarà ridotta da 8.000 euro a 5.000 euro.

Contemporaneamente, l’Agenzia delle entrate si prepara a recuperare parte delle agevolazioni fiscali concesse finora, adottando due strumenti. Il primo consiste nella riclassificazione degli edifici per cui è stata applicata la massima agevolazione fiscale. In pratica, si procederà a una modifica della rendita catastale, con conseguenze che potrebbero influenzare alcuni proprietari di unità immobiliari adibite a prima casa. In questo caso, non è previsto il pagamento dell’Imu (le prime case soggette a tale imposta sono le abitazioni di lusso).

Un aumento del valore catastale, calcolato sulla base della rendita, potrebbe comportare la perdita di alcune agevolazioni sociali basate sull’Isee. In caso di rivendita dell’immobile, il nuovo acquirente dovrà pagare un importo più elevato nell’imposta di registro. Per le seconde case, invece, le conseguenze saranno immediate in relazione all’Imu.

Nuove regole per invio cartelle esattoriali, avvisi fiscali, atti via Pec e raccomandata cartacea nel 2024

Quali sono le nuove regole per l’invio di cartelle esattoriali, avvisi fiscali, atti e accertamenti via Pec e raccomandata cartacea nel 2024? Diventa sempre più digitale e rapido l’invio di cartelle esattoriali, avvisi e atti notificati da parte dell’Agenzia delle Entrate, come previsto dalla bozza di decreto legislativo di attuazione della riforma fiscale. Vediamo nel dettaglio quali sono le novità per l’invio cartelle esattoriali, avvisi fiscali, atti e accertamenti.  

  • Cosa cambia per l’invio di cartelle esattoriali, avvisi fiscali, atti e accertamenti via Pec e raccomandata cartacea nel 2024
  • Cosa succede quando casella Pec è piena per invio comunicazioni 

 
Cosa cambia per l’invio di cartelle esattoriali, avvisi fiscali, atti e accertamenti via Pec e raccomandata cartacea nel 2024

Cambiano e si aggiornano le modalità di comunicazione tra Fisco e contribuenti, diventando sempre più rapide e digitali. La novità riguarda l’invio di cartelle esattoriali, avvisi fiscali, atti e accertamenti che dovranno essere inviati via Pec direttamente al domicilio digitale di ogni contribuente destinatario delle comunicazioni. La novità è compresa nel decreto legislativo dedicato all’accertamento di attuazione della riforma fiscale.

Secondo quanto stabilito dal decreto, per l’invio tramite Pec di comunicazioni, atti, accertamenti e cartelle a singole persone fisiche, professionisti e altri enti di diritto privato si usa il domicilio presente nell’Indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche, dei professionisti e degli altri enti di diritto privato, non tenuti all’iscrizione in albi, elenchi o registri professionali o nel registro delle imprese.

Per l’invio tramite Pec di comunicazioni, atti, accertamenti e cartelle a soggetti che hanno eletto il domicilio digitale speciale si usa il domicilio speciale, mentre per l’invio di comunicazioni tramite Pec alle Pubbliche amministrazioni e a gestori di pubblici servizi si usa il domicilio digitale contenuto nell’indice dei domicili digitali delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di pubblici servizi (IPA).

Infine, per l’invio di comunicazione tramite Pec a imprese individuali o costituite in forma societaria, professionisti si usa il domicilio  digitale contenuto nell’indice nazionale dei domicili digitali delle imprese e dei professionisti (INI-PEC), anche quando diverso da quello contenuto nell’Inad o nell’Ipa.

Nel caso di invio fallito di atti, comunicazioni e cartelle via Pec, dopo due tentativi, si procede all’invio della stessa comunicazione in modalità ordinaria, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

https://www.businessonline.it/fisco-tasse/nuove-regole-per-invio-cartelle-esattoriali-avvisi-fiscali-atti-via-pec-e-raccomandata-cartacea-nel-2024_n72699.html