Seattle, la casa prefabbricata è la soluzione (ecosostenibile) per combattere l’aumento dei prezzi

L’aumento dei prezzi delle case, sia per l’acquisto che per l’affitto, rappresenta un ostacolo sempre più grande per l’accesso al mercato residenziale.

Questa situazione non si verifica solo in Europa, ma è un problema diffuso in tutto il mondo. E non fanno eccezione nemmeno gli Stati Uniti. Ne è un buon esempio Seattle, una delle città più importanti della nazione, la più grande dello stato di Washington, che ospita molti dei quartier generali di grandi società come Microsoft o Amazon.

Ecco perché Node, un’azienda locale che si dedica alla costruzione di case prefabbricate ed ecosostenibili, ha deciso di scommettere sulla creatività del design per dare il suo contributo in questa complicata battaglia.

“Pensiamo alla vita utile di una casa in tutti i nostri progetti. Le nostre abitazioni sono dotate delle ultime tecnologie per essere funzionali ed efficienti. Costruendo secondo i codici di costruzione locali, Node sfrutta la prefabbricazione e il montaggio in loco per garantire qualità e costi contenuti”, spiegano dal loro sito Web.

Il risultato è una serie di progetti di case prefabbricate che combinano design e comfort a un prezzo decisamente ragionevole. Oltre a offrire un prodotto accessibile, contribuiscono ad aumentare lo stock di case disponibile per abbassare i prezzi del mercato immobiliare, spiega Bec Chaplin, co-fondatore di Node, in un’intervista con Fast Company .

Uno degli aspetti su cui insistono è di utilizzare meglio lo spazio. Una delle possibilità che offre è, ad esempio, quella di collocare queste case prefabbricate in giardini inutilizzati. Per ridurre i costi, facilitare il trasporto e ridurne l’impatto ambientale, Node progetta kit flat-pack che possono essere inseriti in un container e spediti tramite camion o treni normali per essere poi assemblati facilmente in loco.

Una volta in piedi, queste case si distinguono anche per le loro caratteristiche di ecosostenibilità, poiché assorbono più anitride carbonica di quella che emettono, usando materiali che non solo non emettono CO2 durante la fabbricazione, ma che la assorbono anche durante il proprio ciclo di vita, come il legno, ad esempio.

Il primo prodotto Node che è stato lanciato sul mercato è la serie Trillium, una struttura a cui possono essere fornite diverse configurazioni e una superficie che varia tra 37 e 80 m2. Al momento, può essere acquistata per poco meno di 150.000 dollari (circa 134.000 euro). L’azienda lo definisce un modulo rettilineo semplice ed elegante, con una facciata rivestita in legno e arredi moderni. Il tetto ha pannelli solari e un sistema di raccolta dell’acqua piovana, che assicura che la casa riduca a zero il consumo di energia.

Sebbene non siano ancora disponibili per l’acquisto, Node ha già sviluppato altri modelli che seguono gli stessi principi della serie Trillium, come la serie Madrona e la serie Sequoia .

https://www.idealista.it/news/immobiliare/internazionale/2019/08/26/135772-seattle-la-casa-prefabbricata-e-la-soluzione-ecosostenibile-per-combattere

A24, smontati i vecchi piloni in calcestruzzo sul viadotto di Tornimparte. Saranno sostituiti con nuove strutture in acciaio corten

L’Aquila – Il viadotto di Sant’Onofrio, sarà la prima grande struttura autostradale capace di rispondere ai terremoti. Il cantiere si trova in pieno cratere sismico de L’Aquila, ed in questi giorni sono in corso le delicate operazioni di smontaggio delle travi in calcestruzzo da oltre 9 tonnellate. Siamo in pieno cratere sismico, e l’obiettivo è quello di sostituire la vecchia struttura portante con una nuova completamente antisismica. Questa struttura edificata negli anni 70 si avvia dunque a diventare il viadotto della sicurezza. I nuovi impalcati che sostituiranno le vecchie pile sono realizzati in acciao corten e quindi molto più resistenti in caso di sisma. I lavori in corso a Tornimparte consistono nella prima fase di adeguamento antisismico che sta interessando tutta la tratta della A24 e A25.

Detrazioni fiscali riqualificazione energetica 2019, i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti in merito alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica 2019. Vediamo quando spiegato con le risposte n. 210/2019 e n. 213/2019.

Interpellata per chiarire due situazioni diverse, ma entrambe rientranti nel perimetro delle agevolazioni fiscali relative al recupero del patrimonio edilizio e alla riqualificazione energetica degli edifici, l’Agenzia delle Entrate ha fornito un parere dettagliato sulla base della disciplina e della prassi in materia.

Ecco dunque le risposte n. 210/2019 e n. 213/2019 dell’Agenzia delle Entrate relative alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica 2019.

Con la risposta n. 210/2019, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, nell’ipotesi di ristrutturazione edilizia, realizzata mediante demolizione e successiva ricostruzione, che abbia come risultato un edificio con sagoma diversa e volumetria inferiore rispetto all’immobile preesistente, il contribuente potrà beneficiare della detrazione delle spese sostenute per la riqualificazione energetica, a condizione che siano pienamente rispettati i limiti di efficienza e trasmittanza energetica stabiliti dalla normativa di riferimento (articolo 1, commi da 344 a 349, legge n. 296/2006).

Questo in un’ottica di semplificazione delle procedure edilizie e di riduzione degli oneri a carico dei cittadini e delle imprese, ma realizzabile solo nel caso in cui l’intervento in questione sia riferito a un immobile non sottoposto ai vincoli previsti dal Dlgs n. 42/2004, i quali precludono l’agevolazione fiscale in esame.

Con la risposta n. 213/2019, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il contribuente che ha eseguito dei lavori di rifacimento del tetto a copertura dell’edificio, nonché della mansarda di sua proprietà ha diritto a fruire della detrazione per il totale delle spese sostenute, anche eccedenti rispetto a quelle a lui imputabili in base ai millesimi di proprietà, comunque entro il limite massimo di 60.000 euro (articolo 1, comma 345, legge n. 296/2006). Per i lavori delle aree comuni, infatti, il condomino può sfruttare interamente il limite di detrazione previsto dalla norma citata per la propria unità immobiliare, ma non può avvalersi dei limiti attribuibili ad altre unità immobiliari dello stesso condominio.

Riguardo alla seconda questione posta dall’istante relativa alla possibilità di cedere il credito per la quota pari al 35% del pagamento complessivo dei lavori, l’Agenzia ritiene, anche sulla base del provvedimento direttoriale del 28 agosto 2017 (“il condomino può cedere l’intera detrazione calcolata o sulla base della spesa approvata dalla delibera assembleare per l’esecuzione dei lavori, per la quota a lui imputabile, o sulla base delle spese sostenute nel periodo d’imposta dal condominio, anche sotto forma di cessione del credito d’imposta ai fornitori, per la quota a lui imputabile”) che se un’apposita convenzione stipulata in forma scritta tra tutti i condomini attribuisce all’istante la possibilità di sostenere le spese di rifacimento del tetto, lo stesso possa cedere la detrazione sulla spesa sostenuta. Ciò posto, sarà lo stesso condominio a dover porre in essere gli adempimenti relativi agli interventi effettuati sulle parti comuni condominiali in tema di detrazioni per il risparmio energetico.

Energreen vede nella “casa elettrica” la casa del futuro

L’organizzazione Energreen presenta l’azione coordinata di elettricisti, ingegneri e geometri che costituisce il valore aggiunto del nostro servizio, in quanto si tratta di una organizzazione snella ed efficace per l’elaborazione e lo studio di progetti e servizi di tipo “chiavi in mano”, sviluppati su misura secondo le esigenze del nostro committente.

Come precedentemente detto, Energreen muove i suoi passi non solo nel settore del fotovoltaico, bensì anche nello studio e nella progettazione di sistemi per l’efficientamento energetico di imprese e privati.

Dalla nostra quasi decennale esperienza abbiamo riscontrato un generale bisogno degli utenti di risparmiare facendo leva sul miglior utilizzo dell’energia elettrica e del gas: per questo motivo il nostro lavoro si focalizza sull’analisi del fabbisogno energetico da soddisfare (mediante l’installazione di impianti fotovoltaici) nonché sulla attenta individuazione di sprechi in termini di consumo energetico.

“Una visione concreta ed accessibile”
L’impianto fotovoltaico non solo permette di azzerare la propria bolletta elettrica, ma può fornire un surplus di energia elettrica non utilizzata che può essere veicolata verso innovative tecnologie di riscaldamento elettrico, TRASFORMANDO IN QUESTO MODO UNA SPESA CERTA IN UN INVESTIMENTO CONCRETO.

L’utilizzo di un impianto fotovoltaico, dunque, oltre ad eliminare l’emissione in atmosfera di agenti inquinanti, permette di abbattere non solo i costi per la produzione di energia elettrica ma anche per la fornitura del gas.

EnerGreen vede nella CASA ELETTRICA la casa del nostro futuro!

Una casa “intelligente” a basso consumo energetico e totalmente indipendente dai combustibili fossili e facilmente realizzabile attraverso l’osservazione di semplici consigli pratici basati sul risparmio energetico, sull’utilizzo delle fonti rinnovabili e nell’uso intelligente dell’energia elettrica nel comfort abitativo.

Inaugurato il nuovo ponte di Annone Alle 11.30 è passata la prima auto

La cerimonia alla presenza del ministro ai Trasporti Danilo Toninelli e il presidente della Regione, Attilio Fontana. Investimento da 2,8 milioni di euro

Le 17.23 del 28 ottobre 2016 e le 11.30 del 1 luglio 2019: questi gli orari e le date che hanno segnato il destino del ponte di Annone, e purtroppo, anche della vita di un uomo. La prima data è stata quella del tragico crollo sotto il peso di un carico eccezionale del ponte sulla Super e la seconda, quella di stamattina con l’inaugurazione e il passaggio delle prime auto.

(Foto by La prima auto transitata sul nuovo ponte di Annone)

Anas (Gruppo FS Italiane) ha infatti completato i lavori per riaprire al transito il ponte di Annone: presenti alla cerimonia il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’Amministratore Delegato di Anas Massimo Simonini, il Presidente di Anas Claudio Andrea Gemme, il Presidente della Provincia di Lecco Claudio Usuelli e il sindaco di Annone di Brianza Patrizio Sidoti, oltre a numerosi cittadini accorsi per assistere all’apertura al traffico del nuovo cavalcavia.

Il ponte di Annone della strada provinciale 49 era crollato il 28 ottobre 2016 sulla Super 36 in gestione ad Anas, al passaggio di un veicolo adibito a trasporto eccezionale del peso di oltre 100 tonnellate, causando il decesso di Claudio Bertini che percorreva la statale a bordo della sua vettura. Ad aprile 2017 il Ministero dei Trasporti aveva incaricato Anas di progettare e realizzare il nuovo cavalcavia. Anas ha avviato le attività necessarie e il 28 marzo 2018, nel pieno rispetto del cronoprogramma concordato con il MIT, sono stati consegnati i lavori all’impresa. Il varo dell’imponente struttura in acciaio è stato effettuato il 29 maggio 2019.

(Foto by La stampa e il pubblico presenti alla cerimonia di inaugurazione)

«A circa 30 giorni dal varo – ha spiegato l’AD di Anas Massimo Simonini – siamo qui per inaugurare il nuovo cavalcavia di Annone di scavalco alla statale 36. L’infrastruttura, della cui realizzazione siamo stati incaricati dal MIT, rappresenta l’impegno di Anas nello sviluppo della connettività del Paese e nel miglioramento dei collegamenti a vantaggio del tessuto produttivo, particolarmente consistente in Lombardia. Per questo siamo intervenuti con la massima celerità per favorire lo svolgimento dell’iter procedurale, comunque in ossequio a quanto previsto dalle norme di legge. La strada provinciale 49 torna percorribile, a tutto vantaggio delle numerose imprese che popolano il territorio e, ovviamente, dei cittadini».

Il varo della struttura in acciaio, lunga 44 metri e del peso di circa 250 tonnellate, è stato effettuato il 29 maggio. Le operazioni sono state condotte tramite l’utilizzo di tre gru in grado di sollevare e movimentare strutture di grandi dimensioni. Il valore complessivo dell’investimento per la realizzazione del nuovo cavalcavia di Annone Brianza ammonta a circa 2,8 milioni di euro.

Da segnalare, inoltre, che prosegue secondo il cronoprogramma dei lavori, inoltre, l’intervento Anas di demolizione e ricostruzione del cavalcavia di Civate lungo la via comunale di Isella. I lavori, per un importo di circa 2,4 milioni di euro, avranno una durata contrattuale di 340 giorni. Il nuovo cavalcavia di Civate sarà costituito da un’unica campata della lunghezza di 50 metri realizzata tramite una soletta in calcestruzzo armato poggiata sulla parte inferiore di due travi laterali all’impalcato.

CONTROVENTI IN ACCIAIO. COSA DIFFERENZIA LE DIVERSE TIPOLOGIE?

Dei controventi in acciaio, si parla al § 7.5.2.1 delle NTC che tratta le tipologie strutturali valide solo per strutture con comportamento dissipativo.

Le strutture a comportamento non dissipativo, invece, devono rifarsi solo alle prescrizioni date al Capitolo 4 delle NTC, potendo quindi tralasciare per intero il Capitolo 7 relativo alla progettazione per azioni sismiche.

La Normativa al già citato § 7.5.2.1 riconosce una serie di tipologie (come per le strutture in calcestruzzo, si trascura quella a mensola o pendolo inverso). Vediamo quali.

CONTROVENTI IN ACCIAIO CONCENTRICI: IN QUALI CATEGORIE SI IDENTIFICANO?
Nelle strutture con controventi in acciaio concentrici, le forze orizzontali sono assorbite principalmente da membrature soggette a forze assiali. In queste strutture le zone dissipative sono principalmente collocate nelle diagonali tese, pertanto possono essere considerati in questa tipologia solo quei controventi per cui lo snervamento delle diagonali tese precede il raggiungimento della resistenza delle aste strettamente necessarie ad equilibrare i carichi esterni.

I controventi reticolari concentrici possono essere distinti nelle seguenti tre categorie:

controventi con diagonale tesa attiva, in cui la resistenza alle forze orizzontali e le capacità dissipative sono affidate alle aste diagonali soggette a trazione (Fig.1);
controventi a V, in cui le forze orizzontali devono essere assorbite considerando sia le diagonali tese che quelle compresse. Il punto d’intersezione di queste diagonali giace su di una membratura orizzontale che deve essere continua (Fig.2);
controventi a K, in cui il punto d’intersezione delle diagonali giace su una colonna. Questa categoria non deve essere considerata dissipativa in quanto il meccanismo di collasso coinvolge la colonna (Fig.3).
Controventi in acciaioPer le configurazioni di strutture a controventi in acciaio concentrici con diagonale tesa attiva, l’introduzione di elementi detti appunto di controventamento (diagonali), comporta che il taglio indotto dalle forze laterali venga assorbito prevalentemente da tali elementi di controvento attraverso uno stato di sollecitazioni assiali.

Per poter resistere ai cambi di segno dell’azione sismica, è sempre necessario che gli elementi di controvento siano disposti in coppia, in maniera che uno dei due elementi sia sempre in uno stato di trazione. È altresì consigliabile utilizzare per la coppia di controventi profili aventi le stesse dimensioni, per garantire uguale rigidezza nei due versi.

La dissipazione di energia da parte del sistema avviene principalmente quando le diagonali tese si plasticizzano.

Sia i collegamenti tra elementi di controvento e struttura, sia i profili facenti parte della struttura stessa (travi e pilastri) devono essere sovradimensionati in modo da rimanere sempre in campo elastico; nonostante ciò le dimensioni richieste alle membrature (collegamenti, travi e pilastri) rimangono inferiori a quelle che sarebbero richieste in caso di adozione di tipologia strutturale a telaio.

Ciò in conseguenza del fatto che i controventi si fanno carico della totalità delle forze orizzontali, lasciando a travi e pilastri il solo compito di resistere ai carichi verticali.

Il sistema a controventi concentrici con diagonale tesa attiva si rivela molto efficiente in campo elastico, dove abbina una grande rigidezza ad una altrettanto grande semplicità (e conseguente basso costo).

Per contro, lo stesso sistema non può dirsi altrettanto efficiente dal punto di vista dello sviluppo della duttilità in campo post-elastico. Il comportamento ciclico in campo post-elastico e infatti caratterizzato dal degrado della capacità di dissipazione di energia, a causa del ripetersi dell’instabilità delle aste diagonali compresse.

Sotto l’azione orizzontale del sisma, infatti, le diagonali compresse (anche se le normative pongono dei limiti alla snellezza dei profili da impiegare) possono instabilizzarsi e nel momento dell’inversione del carico entrambe le diagonali potrebbero trovarsi ad essere instabilizzate; ne consegue un tratto a rigidezza nulla nel diagramma forza/spostamento (il fenomeno e noto come pinching). Una seconda conseguenza del fenomeno e inoltre la possibilità di rottura fragile per trazione dei profili dovuta all’improvvisa ripresa del carico.

Analizzando brevemente i controventi concentrici a V, invece, essi presentano (alla pari dei controventi a croce) un elemento teso ed uno compresso, ed entrambi lavorano contemporaneamente (uno a trazione e l’altro a compressione). La trave su cui i controventi a V s’innestano deve essere considerata come continua, pertanto essa non si appoggia sugli elementi di contro vento, inoltre riceve la componente verticale del carico della diagonale tesa quando quella compressa s’instabilizza.

I controventi a K non vengono analizzati in quanto, coinvolgendo le colonne nel meccanismo di collasso, non possono essere utilizzati nella progettazione di strutture di tipo dissipativo.

Dal punto di vista della fruibilità architettonica, infine, la tipologia a controventi concentrici non consente il massimo sfruttamento degli spazi in quanto le pareti in cui sono disposti dei controventi non consentono di disporre porte o aperture finestrate, alla stregua di una parete in c.a.

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QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DELLE STRUTTURE CON CONTROVENTI IN ACCIAIO ECCENTRICI?
Strutture con controventi eccentrici, nei quali le forze orizzontali sono principalmente assorbite da membrature caricate assialmente, la presenza di eccentricità di schema permette la dissipazione di energia nei traversi per mezzo del comportamento ciclico a flessione e/o taglio. I controventi eccentrici possono essere classificati come dissipativi quando la plasticizzazione dei traversi dovuta alla flessione e/o al taglio precede il raggiungimento della resistenza ultima delle altre parti strutturali (Fig.4).

Le strutture con controventi eccentrici combinano i vantaggi dei vari sistemi a controventi concentrici, assicurando al contempo elevata rigidezza elastica e buone doti di duttilità e capacità di dissipare energia.

In campo elastico, le forze orizzontali sono principalmente assorbite dalle diagonali caricate assialmente, mentre in campo post-elastico la caratteristica eccentricità dello schema consente la dissipazione di energia nei traversi, per mezzo del comportamento ciclico a flessione e/o taglio, in zone dette “link”, che corrispondono alla porzione di trave individuata dalle diagonali, soggetta a plasticizzazione a momento flettente e/o a taglio.

Tali elementi sono suddivisi, in base alle loro caratteristiche geometriche, in “link corti” (che lavorano a taglio) e “link lunghi” (che lavorano a flessione).

I controventi in acciaio eccentrici possono essere considerati come dissipativi solo quando si raggiunga la plasticizzazione dei traversi a flessione e/o a taglio, senza superare la resistenza ultima delle altre parti strutturali (diagonali e colonne). Nel telaio a controventi eccentrici infatti i “link” sono gli unici elementi plasticizzati. Per poter beneficiare dei vantaggi che derivano dal considerare il sistema come dissipativo occorre quindi, anche in questo caso, applicare la Gerarchia delle Resistenze, calcolando le azioni di plasticizzazione dei “link” ed amplificando corrispondentemente quelle negli elementi che devono rimanere in campo elastico (travi colonne e diagonali).

Da un punto di vista operativo, i “link” devono essere costolati, ovvero irrigiditi per mezzo di piatti metallici detti “stiffener”: nel caso di “link corti” e “medi” per evitare l’instabilità a taglio dell’anima; nel caso di “link lunghi” per evitare l’instabilità flessotorsionale e l’instabilità locale.

Un grande vantaggio che deriva dall’utilizzo di controventi eccentrici e la maggior flessibilità architettonica, dato che il loro impiego consente di installare porte o aperture finestrate anche in pareti che alloggiano controventi di questo tipo.

Leaf System è il momento di costruire per il futuro…

EDIFICI A IMPATTO “ZERO”

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Leaf System ricerca e sviluppa sistemi costruttivi, per edifici RESIDENZIALI con struttura in ACCIAIO antisismica e sistemi a secco
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Ponte Morandi, l’idea di Piano corsa di dieci mesi per la rinascita di Genova

L’architetto: “Sarà un ponte bello. Semplice, ma non banale. Un ponte di acciaio, sicuro e durevole”

GENOVA – E adesso guardare avanti. Questo è l’imperativo di Genova. Ad agosto il dolore per le 43 vittime, indicibile. Ieri l’impatto per il crollo del Ponte, scioccante. Ma se il Morandi ormai non c’è più, lasciando un’immagine all’improvviso mutata della Val Polcevera, gran parte del futuro è consegnata (anche) al progetto che verrà. Alla linea sottile e architettonicamente leggera disegnata (e regalata) da Renzo Piano alla sua città d’origine. Il “Ponte per Genova”. Questo per ora il nome, fino a quando non ne verrà dato un altro. E se i dettagli via via prendono forma, è già certo che di notte il nuovo Ponte si illuminerà. Come fa, quasi dalla parte opposta, la Lanterna, antico simbolo di Genova, in un gioco di rimandi tutt’altro che casuale.
Ponte Morandi demolito: l’esplosione al rallentatore

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Mille anni e ancora. Tanto dovrà durare, nelle intenzioni, la struttura. E mille e 102 metri la lunghezza. L’architetto genovese l’ha immaginato come un nastro leggero, ma in acciaio, fasciato da 43 vele di luce, ciascuna pensata per ognuna delle vittime. Non ci saranno stralli, né tiranti. Solo una struttura fine, caratterizzata da una striscia di asfalto (4 le corsie più 2 di emergenza), tenuta su da pilastri che rimandano alla prua di una nave. Il colore? Bianco. Pannelli solari capaci di giorno di catturare energia da rilasciare poi di notte. Una sequenza che si illuminerà come una specie di faro. E che, rispettando il carattere riservato e essenziale dei liguri – il Ponte continuerà a collegare la parte est a quella ovest della città, e di qui l’aeroporto e la Francia – godrà di una linearità sobria.

La costruzione, in realtà, è già partita. Subito dopo l’esplosione è stata consegnata la prima trave, arrivata dagli stabilimenti di Fincantieri a Castellammare di Stabia. E con la prima gettata di cemento, avvenuta martedì, di una delle 18 strutture che sosterranno la struttura, la città ha iniziato a vedere un tassello della linea che collegherà le due parti di Genova, rimaste separate in modo drammatico.
Molti sono ancora gli accorgimenti da adottare, e le sezioni da cambiare. Raggi di curvatura, sicurezza, carattere idraulico dell’opera. Sono le prime perplessità sollevate nei pareri del Consiglio superiore dei lavori pubblici sul progetto iniziale firmato da Piano, e affidato a una cordata di aziende unite nella società “PerGenova”, formata da Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr. Il tempo corre e non è moltissimo. Consegna prevista: dicembre 2019. Percorribilità: dal 15 aprile 2020. Costo: 220-230 milioni di euro.

Con un progetto aggiuntivo: il “Parco del Mare”, teso a riqualificare l’ambiente della zona. Un’area verde, giochi per bambini, un percorso volto a mostrare le caratteristiche marittime, un luogo tutto da costruire nella parte sottostante e prospiciente il nuovo viadotto. C’è un concorso internazionale in atto, organizzato dall’assessorato all’Urbanistica.
Promette l’Architetto: “Sarà un ponte bello. Bello com’è intesa la bellezza a Genova. Un ponte molto genovese. Semplice, ma non banale. Un ponte di acciaio, sicuro e durevole”. Simbolo di una rinascita forte della città, soprattutto.

 

Architettura da sogno per Hotel Morpheus

Progettato da Zaha Hadid il Morpheus non è un semplice hotel, ma un’opera d’arte con struttura in acciaio-alluminio-vetro. 40 piani di puro e esclusivo lusso. Scelti per i bagni pubblici dell’albergo i vasi Duravit con sedile elettronico SensoWash.

Architettura da sogno per Hotel Morpheus a Macau

A Cotai, Macao si trova il Morpheus Hotel, progettato dalla leggendaria Zaha Hadid, una struttura alberghiera di lusso a 40 piani di proprietà della Melco Crown Entertainment.

La scelta del nome non è casuale e fa riferimento alla mitologia greca. Morfeo, Dio dei sogni, diventa il punto di partenza per creare un hotel la cui bellezza è da sogno. Il Morpheus Hotel è una struttura cinque stelle superior che si sviluppa per un’altezza di 160 metri e ospita 730 camere di lusso ealcune esclusive ville private, oltre a ristoranti stellati, un casinò, un centro commerciale e una spettacolare piscina a sfioro situata al 40° piano della struttura.

Per il Morpheus Hotel la Hadid, unica donna vincitrice del premio Pritzker, ha scelto di utilizzare materiali insoliti, che affascinano incredibilmente dall’esterno e ancor di più dall’interno, aprendo prospettive sempre nuove e inedite. Di particolare effetto l’atrio del Morpheus, alto 40 metri e attraversato da due ponti sospesi.

L’incredibile atrio del Morpheus Hotel a Macau

Un progetto dall’estetica e dalle caratteristiche tecniche davvero spettacolari, che fanno pensare a una scultura più che a un albergo e che inseriscono il Morpheus Hotel nell’Olimpo delle strutture alberghiere di lusso. Zaha Hadid ha scelto di ispirarsi alla giada portafortuna: la forma dell’hotel Morpheus ne ricorda le caratteristiche, in un gioco di pieni e vuoti che ha offerto all’architetto la massima libertà progettuale possibile.

La griglia esterna in acciaio del Morpheus Hotel a Macau

La struttura esterna di questo incredibile hotel è realizzata in acciaio. Curiosità: si tratta del più grande “esoscheletro” di un edificio esistente al mondo. Un totale di 28.000 tonnellate di acciaio costituiscono la struttura che contiene i 70.000 m3 di cemento.
La struttura in acciaio-alluminio-vetro simile ad una griglia regala un senso di movimento continuo.

Il contributo di Duravit
Come partner per questo incredibile progetto sono stati scelti dei prodotti per il mondo bagno sinonimo di qualità e stile. Parliamo delle soluzioni di Duravit, uno dei produttori di bagni di design più importanti a livello internazionale, che costituiscono la giusta scelta in termini di tecnologia e ricercatezza nelle forme. Le soluzioni Duravit sono state impiegate nei bagni pubblici dell’hotel, come in quelli delle suites, tutte dotate dei vasi Duravit con sedile elettronico SensoWash.

Vasi Duravit con sedile elettronico SensoWash per l’hotel Morpheus a Macau

Duravit collabora da sempre con nomi del design internazionale come Philippe Starck, Phoenix Design, EOOS e molti altri e inoltre si è occupata di sviluppare bagni che migliorano in modo qualitativo la vita di chi li utilizza.