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G124 Renzo Piano: sguardo sui cantieri in corso e prossimi all’apertura a Bari, Napoli e Rovigo
Piano: «Questo nostro lavoro è fatto di fecondi sconfinamenti»; Mario Draghi: «Progetti dall’intrinseca bellezza»
A Palazzo Giustiniani, a Roma, la riunione con il senatore a vita e i giovani progettisti impegnati a realizzare nuove piazze trasformando luoghi marginali di tre città.
In apertura Renzo Piano e Mario Draghi con i protagonisti del G124 riuniti nell’ufficio del senatore a vita a Palazzo Giustiniani 29.11.2023 | Fotografia © Alessandro Lana
Agopuntori urbani, approcciano i contesti con empatia, danno un senso e nuova vita ai luoghi. Il loro terreno d’azione non sono solo gli spazi fisici, ma anche le persone e le loro aspirazioni, perché i luoghi che trasformano puntano al benessere collettivo e al soddisfacimento dei desideri opportunamente vagliati grazie ad una disinteressata progettazione dal basso. Il loro operare nutre quello spirito di coesione e di condivisione che deve solo essere stimolato affinché si realizzi quell’affezione al progetto indispensabile per costruire un solido futuro per gli spazi che vanno a ridisegnare.
È questo che fanno i progettisti del G124, il laboratorio di idee applicate ai luoghi marginali delle nostre città, costituito nel 2013 da Renzo Piano in qualità di senatore a vita. Per concretizzare le loro idee gli architetti e ingegneri del G124 partono da un budget nullo che costruiscono, con pazienza e spirito imprenditoriale, tessendo alleanze. Armati di tanta testardaggine e convinzione riescono a risolvere gli infiniti ostacoli che separano i render dai tagli di nastro.
È così che si sono concretizzati i progetti su Bari, Napoli e Rovigo: dove stanno per nascere nuove piazze, luogo per eccellenza della socialità, dell’incontro intergenerazionale, dove si alimenta e rinsalda lo spirito di comunità.
I giovani borsisti, finanziati da Piano con il suo stipendio da senatore, mettono in campo energie e competenze che travalicano i confini del mestiere dell’architetto. «Questo nostro lavoro è fatto di fecondi sconfinamenti, che costituiscono la ragione per cui riusciamo a fare bei progetti, piccole cose, facilmente replicabili perché impiegano budget limitati, ma soprattutto ricche di valori». Sono parole che l’architetto genovese usa per spiegare a un ospite d’eccezione, Mario Draghi, il senso del lavoro del G124. Un incontro, amichevole, avvenuto a Palazzo Giustiniani, a Roma, alla presenza dei progettisti del G124 e dei professori universitari loro tutor.
«Sono progetti molto belli come lo è la partecipazione diretta di tutti voi. Credo sia un’esperienza formativa anche per tutte le persone che coinvolgete nei vostri progetti, in cui trovo che vi sia un’intrinseca bellezza. Soprattutto, le motivazioni che li accompagnano e la partecipazione delle persone arricchiscono l’esperienza», replica l’ex premier rivolgendosi al gruppo del G124 dopo aver ascoltato, con grande curiosità ed interesse, l’illustrazione dei progetti in corso.

Renzo Piano a Palazzo Giustiniani il 29.11.2023 | Fotografia © Alessandro Lana
Napoli, nel Rione Sanità tra la magia di rituali ancestrali e la conquista di spazi pubblici negati
Per il progetto partenopeo è arrivato l’ok della Soprintendenza e si attende l’esito dell’imminente conferenza di servizi che dovrà dare il via libera definitivo al progetto. Le risorse ci sono, grazie all’iniziativa di crowdfunding intrapresa dall’Unione giovani industriali di Napoli con l’associazione dei Costruttori edili della provincia di Napoli (Acen), che ha raccolto ben 280mila euro. I rimanenti 70mila euro di lavori, afferenti all’ingresso del cimitero delle Fontanelle, saranno a carico della cooperativa sociale La Paranza cui è stata affidata la gestione e promozione del sito, che dovrebbe riaprire nel 2024 dopo la chiusura disposta nel 2018.

Napoli, immagine di progetto vista sull’ingresso del cimitero delle Fontanelle
A Napoli, il lavoro del G124 è portato avanti da Marino Amodio, Giuseppe De Pascale, Orazio Nicodemo e Davide Savoia, guidati da Nicola Flora e Daniela Buonanno, docenti della Facoltà di Architettura dell’Università Federico II.
Il progetto è parte di quel fiume in piena di iniziative che ha riscritto il destino di un quartiere centrale, ricco di emergenze architettoniche e di luoghi ipogei straordinari, una sorta di enclave fino a pochi anni fa, escluso dalla vita cittadina e conosciuto soprattutto per le attività malavitose. Un quartiere che ha saputo costruire il suo riscatto, a partire anche dalla reinvenzione di spazi abbandonati su impulso del visionario e intraprendente don Antonio Loffredo e della Fondazione di comunità San Gennaro onlus, da lui creata nel 2014.
Il Rione custodisce i palazzi settecenteschi con le scenografiche scale di Ferdinando San Felice, le catacombe paleocristiane (San Gennaro, San Gaudioso, San Severo), magnifiche chiese e il cimitero delle Fontanelle: un antico ossario realizzato nelle cave di tufo, dove è nato il culto delle cosiddette “anime pezzentelle”, un rituale ancestrale che consiste nel prendersi cura di un cranio (la cosiddetta “capuzzella”) nella speranza di poter ricevere protezione in cambio.

Napoli, progetto di riqualificazione per la realizzazione della piazza davanti alla parrocchia di Maria Ss del Carmine


Napoli, fotografie del sagrato della chiesa
Proprio lo spazio che precede e entra nella fenditura tufacea, funzionante da ingresso al cimitero delle Fontanelle, è il luogo in cui si sono concentrate le azioni del G124. I borsisti hanno lavorato per valorizzare e dare all’ingresso dell’ossario la dignità che merita, rendendolo accessibile alle persone con disabilità e consentendo alla massa tufacea di esprimere, sin dall’ingresso, tutta la suggestiva bellezza di un luogo di alto valore antropologico.
Lo spazio antistante al cimitero sarà ricucito al sagrato della contigua chiesa, destinato a diventare un’accogliente piazza, dove le aree per i pedoni saranno conquistate sottraendo metri quadri allo spazio che oggi è dominio dei veicoli. La piazza avrà una sua appendice, costituita da una gradinata: uno spazio privato concesso all’uso pubblico grazie ai borsisti del G124. In continuità con la piazza, la gradinata diventerà un luogo di sosta dove sedersi e incontrarsi.
Bari, un tetto d’alberi per trasformare uno spazio di risulta in una piazza con dignità di luogo pubblico
Bari, San Paolo, primo quartiere “satellite” di edilizia residenziale pubblica costruito nella città pugliese. Sono queste le coordinate del progetto portato avanti dal gruppo composto dai borsisti: Tiziano De Venuto, Ezio Melchiorre, Rosa Piepoli, Giuseppe Tupputi, cui si sono aggiunti a progetto in corso Sofia Scaringella e Antonio Antonino, guidati dai professori del Politecnico di Bari, Carlo Moccia e Francesco Defilippis.

Bari, festa di quartiere (maggio 2022) organizzata per recepire osservazioni e registrare desideri, cui hanno partecipato anche il sindaco, Antonio De Caro e l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Galasso
Il team barese ha trovato nel Comune di Bari e nel suo sindaco, Antonio De Caro, dei solidi e interessati alleati. Il progetto per la realizzazione di una nuova piazza, che sarà battezzata Corte Don Bosco, è stato sposato dall’amministrazione che, grazie ad un accordo di collaborazione, ha messo a disposizione risorse umane e finanziarie. Ora i lavori per la realizzazione del progetto costituiscono uno dei lotti di un accordo quadro che il Comune ha bandito e che ha permesso di individuare l’impresa che eseguirà la piazza. Costo: 450mila euro per un’area di circa 3.400 mq.

Vista della piazza verso lo spazio della radura

Bari, vista sulla radura che interrompe il tetto verde che sarà costituito dalle chiome di allori e lecci
Il progetto si concentra su un vuoto urbano di forma triangolare, uno spazio per niente frequentato dagli abitanti, circoscritto da tre edifici in linea che lo chiudono su tre lati. Da vuoto urbano a spazio di relazione: a conformare la nuova piazza vi sarà un “tetto verde” composto dalle chiome di 80 allori e 19 lecci, interrotto nel centro da un foro circolare, cui corrisponde, al suolo, una radura, ossia un prato circondato da sedute disposte in circolo. Al tema arboreo si affianca quello della permeabilizzazione e rimodellazione del suolo. Via le betonelle, che saranno macinate e riutilizzate, per far posto alla terra stabilizzata drenante e ad un sistema di cordoli in pietra locale. Ad integrare la piazza vi saranno le sedute di pietra e un’illuminazione ben studiata con sorgenti Led ad alto risparmio energetico.

Bari, vista sullo spazio della radura
Bari, lo spazio oggetto di trasformazione, stato di fatto
L’avvio del cantiere è previsto per gennaio 2024; la durata dei lavori è quantificata in nove mesi.
Rovigo, l’anonimità dei luoghi si combatte a suon di musica e pennellate verdi
Cantieri in corso a Rovigo, nella piazza intitolata a Jerry Masslo del quartiere Commenda Est, dove è in corso la realizzazione del padiglione in legno. Il gruppo di borsisti è stato composto da Gabriella Coletta, Fedora Favaretto, Riccardo Giacometti e Cecilia Spezzati fino alla fase del progetto definitivo ed ora sono subentrati per la fase di progettazione esecutiva e realizzazione dei lavori da Maria Francesca Lui e Marco Lumini. Il gruppo di lavoro è guidato da Edoardo Narne, professore dell’Università di Padova. Il team veneto ha lavorato per dar vita ad un luogo attrattivo e accogliente, pensato per incanalare verso di sé i flussi del quartiere. La piazza, rinnovata, avrà un boschetto, nuovi margini alberati, un padiglione ligneo per gli eventi ed un’illuminazione ben studiata.

Rovigo, il cantiere di piazza Jerry Masslo con le foto del montaggio del padiglione in legno
L’identità del luogo, l’accessibilità, la sicurezza, la permeabilità e il verde sono i fattori che sono entrati in gioco nella progettazione. Aceri platanoidi, frassini e ontani, già selezionati nei vivai di Pistoia e irrigati con un impianto goccia a goccia, andranno ad aggiungersi ai tigli già presenti, rinforzando la componente verde della piazza.
La rimozione di una parte della pavimentazione è stata eseguita con l’aiuto dei ragazzi delle scuole e della comunità, in giornate-evento partecipate. Il coinvolgimento dei cittadini, delle scuole e delle associazioni di quartiere è stato costante e ora, mentre i lavori sono in corso, si iniziano a programmare gli eventi. Ci si prende cura del progetto dopo la realizzazione, con l’obiettivo di sperimentare le potenzialità del rinnovato spazio e del suo padiglione, concepito come un luogo per eventi che possa accogliere momenti di socialità e spettacoli, valorizzando la storica tradizione musicale della città veneta.

Rovigo, la piazza Jerry Masslo, lavori di demolizione della pavimentazione

Rovigo, pianta del progetto di riqualificazione di piazza Jerry Masslo
Rovigo, il padiglione in esecuzione
I progettisti del G124 accompagnano così la fase di crescita del progetto, mostrando i possibili usi e continuando quell’azione fondamentale, iniziata con l’ascolto e proseguita prima con il cantiere e poi con l’ideazione di eventi, che punta al coinvolgimento in modo da sviluppare nella comunità quel senso di appartenenza e di affezione al luogo che contribuisce in modo determinante al successo, nel tempo, di un progetto.
Il padiglione in legno e acciaio, del costo di 80mila euro, è stato progettato con l’aiuto dello studio Milan Ingegneria ed è eseguito e realizzato grazie alla generosità della ditta Bertani Legno che lo ha finanziato. L’amministrazione comunale e la Fondazione Cariparo si sono fatti carico dei costi per il rifacimento della piazza, ciascuna partecipando con un contributo di 80mila euro.
Si può uscire dallo stato di famiglia e mantenere la residenza? Ecco come fare
Chiedersi se è possibile uscire dallo stato di famiglia e mantenere la residenza è molto comune. Scopriamo come fare

Claudia Mastrorilli (Collaboratore di idealista news)
10 Dicembre 2023, 17:00
Esplorare la possibilità di uscire dallo stato di famiglia e mantenere la residenza solleva un interrogativo delicato. La stretta connessione tra lo stato di famiglia e la residenza implica un legame sostanziale, in particolare perché tale concetto rimanda direttamente alla condivisione dello stesso tetto da parte di persone legate da vincoli di parentela, matrimoniali, affinità, di tutela o affettivi.
Affrontare questa situazione richiede soluzioni fuori dal comune: l’unica via per uscire dallo stato di famiglia e mantenere la residenza è quella di sdoppiare l’unità immobiliare di residenza. Tale azione si rivela cruciale per raggiungere questo obiettivo che, in genere, viene perseguito da coloro che desiderano beneficiare di talune agevolazioni fiscali e incentivi. Vediamo, più nello specifico, cosa fare per portare a termine questa operazione.
- Stato di famiglia e nucleo familiare: facciamo chiarezza
- Come uscire dallo stato di famiglia senza cambiare residenza
- Uscire dallo stato di famiglia: pro e contro
Stato di famiglia e nucleo familiare: facciamo chiarezza
Lo stato di famiglia identifica coloro che convivono sotto lo stesso tetto, legati da vincoli affettivi, matrimoniali, di parentela, affinità o tutela. Di contro, il nucleo familiare riguarda le persone che, a fini fiscali, sono sotto la responsabilità del dichiarante indipendentemente dalla convivenza, e viene utilizzato generalmente per il calcolo dell’ISEE e per la richiesta di talune agevolazioni fiscali.
Per lo stato di famiglia è necessario disporre dei documenti ufficiali del Comune, rilasciati dall’anagrafe, che mostrano la configurazione familiare anagrafica. Il documento dello stato di famiglia ha implicazioni legali, porta con sé dunque doveri e responsabilità per coloro che lo dichiarano ed è soggetto alla supervisione delle istituzioni cittadine. Alla luce di quanto detto, residenza e stato di famiglia devono coincidere mentre, ad esempio, due coniugi possono rientrare nel medesimo nucleo familiare avendo residenza diversa.
Seppure, in genere la famiglia anagrafica coincide con il nucleo familiare e dunque con lo stato di famiglia, ciò può anche non accadere. L’esempio classico che aiuta a capire la differenza tra nucleo e stato di famiglia riguarda la presenza di figli studenti fuorisede che, pur non vivendo con i genitori, rimangono parte del nucleo familiare poiché economicamente a carico loro.
Se invece, tali figli dovessero essere finanziariamente indipendenti, verrebbero esclusi dal nucleo familiare. Inoltre, come accennato, nel nucleo familiare è incluso il coniuge non legalmente separato, anche se non risulta nello stato di famiglia a causa, ad esempio, di una residenza diversa.
Dunque, esiste uno stretto legame tra stato di famiglia e residenza, ma non solo. Ciò che conta per il nucleo familiare è identificare i soggetti considerati fiscalmente a carico, mentre per lo stato di famiglia è fondamentale individuare la residenza e la presenza di almeno uno dei vincoli sopracitati.
Quando si può uscire dal nucleo familiare senza cambiare residenza?
Per capire come uscire fiscalmente dal nucleo familiare senza cambiare residenza è fondamentale, in primo luogo, riconoscere quali sono i soggetti fiscalmente a carico del dichiarante.
Per rientrare nel nucleo familiare, dunque, è necessario che vi sia un legame di parentela e che ci si trovi in presenza di determinate circostanze legate ai limiti di reddito. In particolare, sono considerati fiscalmente a carico:
- i familiari che guadagnano meno di 2.840,51 euro all’anno (compresi gli oneri deducibili);
- i figli al di sotto dei 24 anni che guadagnano meno di 4.000 euro all’anno.
Pertanto, se si desidera uscire dallo stato di famiglia per l’ISEE (nel caso in cui stato di famiglia e nucleo familiare coincidano) è necessario diventare indipendenti economicamente o interrompere il legame di parentela. A meno che non vi sia connessione tra stato di famiglia e nucleo, per capire come uscire dal nucleo familiare non è sempre necessario muoversi per cambiare residenza.
Dunque, il reddito minimo per uscire dallo stato di famiglia e dal nucleo familiare è di 4.000 euro all’anno per coloro che hanno meno di 24 anni e di 2.840,51 euro per coloro che hanno più di 24 anni.
Come prendere la residenza senza entrare nello stato di famiglia?
Se c’è un legame di parentela tra coloro che vivono insieme, come nel caso di un figlio che, pur essendo economicamente indipendente, risiede ancora con i genitori, non è possibile richiedere due stati di famiglia separati nello stesso luogo. Questa impossibilità deriva proprio dal vincolo di parentela tra i conviventi.
Tuttavia, se non esistono vincoli come matrimonio, parentela, affinità, tutela, adozione o legami affettivi tra coloro che vivono nella stessa abitazione, è possibile richiedere due stati di famiglia distinti. È necessario recarsi all’Ufficio anagrafe del Comune di residenza e dichiarare che non esistono tali legami tra i conviventi che abitano insieme.

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Devo prendere la residenza se non si ha una casa?
Una persona senza fissa dimora ha diritto all’iscrizione anagrafica e, per far ciò, deve rivolgersi all’Ufficio anagrafe del Comune nel quale desidera la residenza.
In questa circostanza, i Comuni possono creare una via immaginaria nell’anagrafe comunale per consentire l’iscrizione di questi soggetti, ma che risiedono nel territorio comunale senza avere un indirizzo fisico effettivo. Seppur si tratti dell’individuazione di luoghi fittizi, questa soluzione permette di registrare i soggetti senza casa nel Comune.
Come uscire dallo stato di famiglia senza cambiare residenza
Una volta chiarita la distinzione tra stato di famiglia e nucleo familiare, esaminiamo come uscire dallo stato di famiglia senza cambiare la residenza. È evidente che questa operazione sarebbe irrilevante per il nucleo familiare, poiché il concetto include anche i familiari a carico che non vivono nello stesso luogo. Tuttavia, questo distacco potrebbe risultare cruciale per ottenere determinati benefici, come ad esempio l’accesso al gratuito patrocinio.
Quindi, è possibile “togliersi” dallo stato di famiglia senza cambiare residenza? Sì. L’unica opzione per cambiare stato di famiglia con stessa residenza è trasformare l’unità abitativa in cui si vive in due appartamenti separati. In pratica, è necessario dividere la residenza originale in due abitazioni distinte, avviando una pratica edilizia presso il Comune. In questo modo, in maniera del tutto legale, si può uscire dallo stato di famiglia originario trasferendosi nella nuova unità abitativa risultante dalla divisione.
Questa procedura è legale, ma richiede spese significative che la rendono poco conveniente dal punto di vista economico. Infatti, per far ciò è necessario effettuare interventi di ristrutturazione e, pertanto i costi per creare nuovi impianti, nuovi accessi e altro possono essere considerevoli.
Chiaramente, se uscire dallo stato di famiglia, mantenendo la stessa residenza, significa anche uscire dal nucleo familiare, ciò potrebbe comportare vantaggi fiscali. Un ISEE più basso, derivante dal non considerare più i redditi di tutti i membri del nucleo familiare originale, potrebbe garantire maggiori agevolazioni e bonus economici.

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Uscire dallo stato di famiglia: pro e contro
Uscire dallo stato di famiglia porta con sé sia pro che contro. Tra i vantaggi di uscire dallo stato di famiglia e mantenere la residenza spiccano
- indipendenza: essere fuori dallo stato di famiglia, pur mantenendo la residenza, potrebbe portare ad avere maggiore autonomia e libertà nelle decisioni personali, poiché non si è più legati alle responsabilità familiari;
- possibilità di richiedere agevolazioni: la ragione principale per cui si desidera uscire dallo stato di famiglia e mantenere la residenza riguarda proprio questo vantaggio. Infatti, grazie all’uscita dallo stato di famiglia e dal nucleo familiare per fini ISEE, non verrebbero più considerati i redditi di tutti i membri appartenenti al nucleo familiare originario. Questo potrebbe determinare un valore inferiore dell’ISEE che permetterebbe di accedere a maggiori agevolazioni fiscali e incentivi economici;
- gestione finanziaria individuale: essendo fuori dallo stato di famiglia e, in particolare dal nucleo familiare, si ha la possibilità di gestire in modo più indipendente i propri affari finanziari senza essere coinvolti nei rapporti di dipendenza economici all’interno della famiglia.
Quanto agli svantaggi, tuttavia, uscire dallo stato di famiglia cambiando o mantenendo la residenza potrebbe significare assumersi la piena responsabilità delle proprie decisioni e delle proprie spese senza il supporto condiviso della famiglia oltreché la perdita di altre agevolazioni fiscali precedentemente godute in quanto parte dello stesso nucleo familiare.
Mutui: come sta andando il mercato? I dati del 2° trimestre
Nel periodo in esame, le famiglie italiane hanno aperto mutui per l’acquisto dell’abitazione per un totale di 10.521 milioni di euro. Approfondiamo questo dato
La maggior parte di chi acquista casa lo fa grazie a un finanziamento. Dunque, i mutui sono decisivi per l’andamento del mercato immobiliare. Mettiamo allora sotto la lente d’ingrandimento il mondo del credito e in particolare i dati del secondo trimestre del 2023.
Li analizza Renato Landoni, Presidente Kìron Partner S.p.A., società del Gruppo Tecnocasa. Nel periodo in esame, le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 10.521 milioni di euro. Rispetto allo stesso trimestre del 2022 si registra una diminuzione delle erogazioni pari a -33,3%, per un controvalore di oltre 5.2 miliardi di euro. È quanto emerge dai dati riportati nel report Banche e istituzioni finanziarie – II trimestre 2023 pubblicato da Banca d’Italia a fine settembre analizzati dagli esperti di Kìron Partner SpA.
Se con il quarto trimestre di chiusura del 2021 si era registrato il primo segno meno dopo otto trimestri di rialzo consecutivi, con il secondo trimestre del 2023 registriamo il settimo segno negativo consecutivo a conferma che nel mercato del finanziamento alla famiglia per l’acquisto dell’abitazione le cose sono radicalmente cambiate. Il calo registrato nell’ultimo trimestre è anche il più marcato. La seconda rilevazione ufficiale del 2023 di Banca d’Italia segna un ulteriore acuirsi della contrazione le cui cause vanno senza dubbio ricercate nel mutato scenario socioeconomico e al repentino rialzo dei tassi di interesse che ha caratterizzato gli ultimi 18 mesi. Il mercato dei mutui resta comunque anche per il 2023 a buoni livelli rispetto a quanto registrato in passato, segnale che l’eccezionalità va ricercata negli anni passati quando i tassi di interesse sono rimasti ai minimi storici per lungo tempo sospingendo ai massimi il mercato delle erogazioni di mutuo.
Se analizziamo i volumi di mutuo in questo secondo trimestre 2023, notiamo un calo del -36,3% delle operazioni a supporto di un acquisto immobiliare, segno che la contrazione continua a coinvolgere, come già fatto nel precedente trimestre, questa tipologia di finanziamenti. Cambia invece la situazione legata alle operazioni di sostituzione e surroga che salgono del 45,2%. Nel secondo trimestre del 2023 risalgono quasi all’8% andando a raccogliere le rinegoziazioni di quelle operazioni di mutuatari incerti che nella prima fase di rialzo dei tassi avevano optato per un mutuo di tipo variabile ma che successivamente hanno preferito tutelarsi passando ad un tasso fisso.
Le conclusioni dell’analisi
Dopo la ripresa della prima metà del 2022, gli ultimi indicatori per l’area Euro mostrano un rallentamento dell’economia. Le stime sul PIL dell’area sono state riviste al ribasso. L’inflazione è prevista in calo in area 3% nel 2024 e al 2% solo nel 2025. L’instabilità politica, inoltre, si ripercuote sulla fiducia delle imprese e dei consumatori. Ciononostante, l’attuazione del PNRR e i flussi di liquidità dovrebbero consentire ingenti investimenti nelle infrastrutture del Paese e nel mondo del lavoro sempre che vengano rispettate le tabelle di attuazione.
Alla luce del contesto macroeconomico appena illustrato i tassi dovrebbero aver toccato l’apice della crescita e a meno di ulteriori scossoni legati all’andamento dell’economia, sono attesi stabili e in leggero ribasso a partire dal 2024. Le politiche di credito degli istituti restano attente ma concedono interessanti opportunità, soprattutto ai giovani che sono intenzionati ad acquistare la loro abitazione principale.
In generale ci aspettiamo, per la chiusura del 2023, un calo dei volumi erogati in area 40 mld sulla scia di quanto avvenuto nel primo semestre dell’anno con una ripresa progressiva già a partire dal 2024.
Puoi dormire in un fienile d’acciaio sospeso nel vuoto
Si trova in Inghilterra ed è un luogo da sogno, immerso nella natura e dove trascorrere del tempo all’insegna del relax23 Novembre 2023 09:49

Ci sono luoghi in cui la realtà supera l’immaginazione: succede in Inghilterra dove si può dormire in una struttura che sembra essere stata proiettata in mezzo alla natura direttamente da un sogno.
Un edificio in acciaio, lucido e riflettente, perfettamente inserito in un ambiente naturale, andando a creare un contrasto che lascia senza fiato. Si chiama Balancing Barn, ovvero fienile in equilibrio, e ci si può dormire vivendo un’esperienza unica nel suo genere. Infatti, la struttura è sbalzo e rimane per un lungo tratto sospesa nel vuoto, affacciandosi sulla natura della campagna inglese. Un luogo perfetto per una vacanza: immersi nella bellezza e dentro un edificio unico nel suo genere.
Il Balancing Barn, tutto sul fienile sospeso nel vuoto
Grandi finestre che si affacciano sull’ambiente circostante, una struttura che si immerge nella natura, la riflette e che sembra uscita da un sogno. Ma non lo è, perché l’edificio in questione è stato realizzato dallo studio di architettura olandese MVRDV e si trova nella campagna inglese. Più precisamente vicino ai centri abitati di Walberswick e Aldeburgh e poco distante dalla costa. Ci troviamo nel Suffolk.X
Si tratta di una vera e propria abitazione nella quale è possibile soggiornare per una vacanza all’insegna del relax e del design. Lunga trenta metri, metà di questi sono sospesi nel vuoto che si apre sotto una piccola collina. Proprio in quello spazio sottostante è stata posta un’altalena.
Le piastrelle con cui è stato rivestito l’edificio sono riflettenti, uno specchio in cui la natura intorno si moltiplica regalando un effetto straordinario. Al tempo stesso la scelta di questo materiale si collega alla tradizione di rivestire le strutture agricole in metallo. Internamente, invece, domina il legno di frassino, le linee essenziali, l’eleganza coniugata con la praticità e spiccano tele e tappeti che si rifanno a opere d’arte di John Constable e Thomas Gainsborough.
Le finestre sono molto ampie e permettono di godere della scenografia esterna, grazie al fatto che si trovano non solo sulle pareti, ma anche sul tetto e sul pavimento. Il risultato è che ci si sente completamente immersi nell’ambiente circostante, avvolti dal cielo e dalla natura.
La struttura può ospitare fino a un massimo di otto persone e può accolgiere ospiti di ogni età: le camere sono 4 in totale e dispongono di un bagno privato ciascuna. L’edificio è ideale per una piccola vacanza di gruppo o per una famiglia numerosa.
Cosa fare durante una vacanza nel fienile sospeso nel vuoto
Una vacanza all’insegna del relax, ma non solo. Il fienile sospeso nel vuoto si trova in un’area dove vi sono diverse cose da fare, inoltre la location stessa merita di essere vissuta al cento per cento, Per accedervi bisogna percorrere un viale alberato e poi ci si trova all’interno di sei acri di giardini privati dove poter trascorrere del tempo all’aperto, compreso quello dedicato alla cucina considerata la presenza di un apposito focolare.
Giochi, letture, contemplazione della natura, oltre al tempo trascorso in compagnia e di qualità: il Balancing Barn è il luogo ideale per staccare dalla quotidianità. Inoltre, nei dintorni vi sono pub e ristoranti, centri abitati, la costa e la natura da ammirare in tutta la sua bellezza.
Come funziona l’ecobonus per lavori e ristrutturazione case nel 2024 ufficialmente prolungato
Per i lavori iniziati nel 2024, in teoria, sarà ancora possibile usufruire dell’agevolazione dell’ecobonus a una condizione.
La pianificazione della distribuzione dei bonus per il 2024 è influenzata dalla disponibilità di risorse allocate nella legislazione di bilancio. In merito alla fiscalità, si prevede di estendere il periodo di tassazione delle plusvalenze derivanti dalla vendita di immobili ristrutturati con l’applicazione del bonus da 5 a 10 anni. Ma vediamo come funziona l’ecobonus per lavori e ristrutturazione case ufficialmente prolungato per il 2024:
- Come cambia l’ecobonus 2024 per lavori e ristrutturazione case
- Come funzionano gli altri incentivi per l’edilizia
Come cambia l’ecobonus 2024 per lavori e ristrutturazione case
Confermata l’estensione dell’Ecobonus casa fino al 2024, l’incentivo finalizzato a coprire le spese relative all’efficientamento energetico degli edifici. Nello specifico, l’Ecobonus prevede una detrazione che varia dal 50% al 65% per gli interventi di efficientamento energetico che non rientrano nella categoria del Superbonus.
Questa agevolazione comprende diversi interventi, tra cui l’installazione di nuove serrande o zanzariere, come descritto nei dettagli relativi ai bonus tende da sole, bonus fotovoltaico e bonus zanzariere. Sono previste detrazioni anche per la posa di infissi e per l’acquisto di caldaie.
L’ecobonus è accessibile a tutti i contribuenti, compresi i titolari di reddito di impresa, che risultino proprietari di un immobile oggetto di interventi finalizzati al risparmio energetico.
La detrazione si applica sia sull’Irpef che sull’Ires e, per i titolari di reddito d’impresa, è valida esclusivamente per i fabbricati strumentali utilizzati nell’esercizio dell’attività imprenditoriale.
In dettaglio, i contribuenti che possono beneficiare della detrazione fiscale sono:
- coloro che percepiscono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali);
- associazioni tra professionisti;
- enti pubblici e privati non svolgenti attività commerciale;
- persone fisiche, comprese le seguenti categorie: titolari di diritto reale sull’immobile, condomini per gli interventi sulle parti comuni, inquilini, coloro che detengono un immobile in comodato, familiari o conviventi che supportano le relative spese.
La detrazione fiscale è concessa solo per interventi di riqualificazione energetica effettuati su unità immobiliari ed edifici residenziali preesistenti.
Non sono ammissibili in detrazione le spese sostenute durante la costruzione di un nuovo immobile.
Come funzionano gli altri incentivi per l’edilizia
Gli altri incentivi legati al settore edilizio, quali il bonus ristrutturazioni, il bonus verde e il bonus per le barriere architettoniche, hanno già garantito finanziamenti per almeno un altro anno e, quindi, proseguiranno senza interruzioni. Il bonus Iva per le abitazioni a basso impatto ambientale è stato eliminato. Introdotto nell’ultima manovra finanziaria, la detrazione dell’Irpef del 50% sull’Iva per l’acquisto di abitazioni di classe energetica A e B non è stata rifinanziata, pertanto, dopo soli un anno, nel 2024 verrà abrogato.
La manovra finanziaria non modifica l’agevolazione relativa alla detrazione del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati all’arredamento di un’unità immobiliare in fase di ristrutturazione. Secondo le attuali disposizioni normative, la spesa massima ammissibile a partire dal prossimo anno sarà ridotta da 8.000 euro a 5.000 euro.
Contemporaneamente, l’Agenzia delle entrate si prepara a recuperare parte delle agevolazioni fiscali concesse finora, adottando due strumenti. Il primo consiste nella riclassificazione degli edifici per cui è stata applicata la massima agevolazione fiscale. In pratica, si procederà a una modifica della rendita catastale, con conseguenze che potrebbero influenzare alcuni proprietari di unità immobiliari adibite a prima casa. In questo caso, non è previsto il pagamento dell’Imu (le prime case soggette a tale imposta sono le abitazioni di lusso).
Un aumento del valore catastale, calcolato sulla base della rendita, potrebbe comportare la perdita di alcune agevolazioni sociali basate sull’Isee. In caso di rivendita dell’immobile, il nuovo acquirente dovrà pagare un importo più elevato nell’imposta di registro. Per le seconde case, invece, le conseguenze saranno immediate in relazione all’Imu.
Nuove regole per invio cartelle esattoriali, avvisi fiscali, atti via Pec e raccomandata cartacea nel 2024
Quali sono le nuove regole per l’invio di cartelle esattoriali, avvisi fiscali, atti e accertamenti via Pec e raccomandata cartacea nel 2024? Diventa sempre più digitale e rapido l’invio di cartelle esattoriali, avvisi e atti notificati da parte dell’Agenzia delle Entrate, come previsto dalla bozza di decreto legislativo di attuazione della riforma fiscale. Vediamo nel dettaglio quali sono le novità per l’invio cartelle esattoriali, avvisi fiscali, atti e accertamenti.
- Cosa cambia per l’invio di cartelle esattoriali, avvisi fiscali, atti e accertamenti via Pec e raccomandata cartacea nel 2024
- Cosa succede quando casella Pec è piena per invio comunicazioni
Cosa cambia per l’invio di cartelle esattoriali, avvisi fiscali, atti e accertamenti via Pec e raccomandata cartacea nel 2024
Cambiano e si aggiornano le modalità di comunicazione tra Fisco e contribuenti, diventando sempre più rapide e digitali. La novità riguarda l’invio di cartelle esattoriali, avvisi fiscali, atti e accertamenti che dovranno essere inviati via Pec direttamente al domicilio digitale di ogni contribuente destinatario delle comunicazioni. La novità è compresa nel decreto legislativo dedicato all’accertamento di attuazione della riforma fiscale.
Secondo quanto stabilito dal decreto, per l’invio tramite Pec di comunicazioni, atti, accertamenti e cartelle a singole persone fisiche, professionisti e altri enti di diritto privato si usa il domicilio presente nell’Indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche, dei professionisti e degli altri enti di diritto privato, non tenuti all’iscrizione in albi, elenchi o registri professionali o nel registro delle imprese.
Per l’invio tramite Pec di comunicazioni, atti, accertamenti e cartelle a soggetti che hanno eletto il domicilio digitale speciale si usa il domicilio speciale, mentre per l’invio di comunicazioni tramite Pec alle Pubbliche amministrazioni e a gestori di pubblici servizi si usa il domicilio digitale contenuto nell’indice dei domicili digitali delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di pubblici servizi (IPA).
Infine, per l’invio di comunicazione tramite Pec a imprese individuali o costituite in forma societaria, professionisti si usa il domicilio digitale contenuto nell’indice nazionale dei domicili digitali delle imprese e dei professionisti (INI-PEC), anche quando diverso da quello contenuto nell’Inad o nell’Ipa.
Nel caso di invio fallito di atti, comunicazioni e cartelle via Pec, dopo due tentativi, si procede all’invio della stessa comunicazione in modalità ordinaria, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.